A BROKEN LINE (una linea spezzata) è concepita come unicum fenomenologico, generato dalla riorganizzazione di volumi sulla cui superficie si muovono in sequenza dinamica dei segni in progressione. Ogni volume/blocco è autonomo ma connesso all’insieme da un sistema di relazioni spaziali. La superficie dei blocchi è segnata dai movimenti geometrici di porzioni e frammenti di una linea unica decostruita.
Il disegno genera un inedito paesaggio fenomenologico, emotivo, fisico ed effimero allo stesso tempo. E’ il fermo immagine di qualcosa che sta accadendo, che si rivela o che al contrario si sottrae allo sguardo. Sono le grafie decostruite e rimodulate per direzione e verso di segni interrotti, spezzati, sospesi, frammentati.
In questo sistema aperto e in divenire, i volumi e le linee nel loro incessante movimento, perdono il ruolo di elementi geometrici definiti e immutabili dello spazio euclideo per rivelare nuove espressioni della realtà. L’opera acquisisce nuove tensioni lineari e volumetriche in un gioco di campi pieni e vuoti, frazione e unità che rimandano alla fragilità della condizione esistenziale e fisica dell’essere. Lo spazio concepito è uno spazio relazionale e dialettico tra le cose, è lo scenario del rapporto tra gli individui e i fenomeni del mondo vitale, tra il suo incessante divenire e la instabile precarietà esistenziale.
Nelle opere di Jasmine Pignatelli c’è un dato personale e “scoperto” relativo alla mancanza di certezze e riferimenti: senza dimensione, senza tempo, senza confini e senza direzione sono dati a cui l’artista reagisce artisticamente. Le sue opere sono la misura di una nostra fragilità, di un nostro essere parte di un Tutto in costante divenire.