“Entrambi lavorano su un campo che contempla la geometria, riconoscendo nel concetto di forma e nella prassi qualcosa di essenzialmente non statico, la forma come metamorfosi di se stessa e creazione in costante movimento. Allo stesso tempo in questa espressione è radicato il concetto di una natura dinamica, di coscienza del circostante che spinge all’ideazione di una forma che diventa creazione pura. Sia Jasmine Pignatelli sia Patrick Tabarelli, nella consapevolezza di una tradizione artistica novecentesca, mostrano personali ricerche dedite a una sperimentazione su “punti, energie lineari, piane e spaziali” che producono forme”. (Maria Letizia Paiato)